a cura del M° Giuseppina Levato
Fin da piccolo il giovane Adolphe Sax trovò nella bottega del padre, apprezzato costruttore di strumenti musicali, il terreno ideale per la sua fervida inventiva che lo porterà a depositare più di trenta brevetti musicali. Proprio qui, mentre elaborava tra l’altro delle modifiche ad un clarinetto basso, cominciò a disegnare gli schemi di un nuovo strumento che riunisse le caratteristiche sonore dei legni e degli ottoni; uno strumento conico in ottone, ma con un'imboccatura e una diteggiatura come quella del clarinetto: fu così che, attorno al 1840, costruì il suo primo saxofono. Trasferitosi poco dopo in Francia, Sax riuscì a far apprezzare il suo strumento nell’ambiente musicale parigino, grazie soprattutto all’entusiastico appoggio di Berlioz che rimase subito affascinato dalle sue potenzialità espressive. Dopo il suo brevetto ufficiale datato 21 marzo 1846, Adolphe riuscì a far inserire stabilmente il saxofono nell’organico delle bande militari francesi garantendone quindi una grande diffusione. Nel 1857 lo stesso Sax aprì la prima classe di saxofono al Conservatorio di Parigi e, man mano che cominciarono a formarsi i primi virtuosi dello strumento, autori di un certo peso quali lo stesso Berlioz, Bizèt, Massenet iniziarono ad utilizzare il saxofono nelle loro composizioni inserendolo anche in ambito accademico. Ma dopo pochi anni, con lo scadere del suo brevetto sul saxofono che permise a tutti di “copiare” la sua creazione e la guerra Franco-Prussiana del 1870 che farà ridurre drasticamente i fondi per le bande musicali, iniziò il declino finanziario di Adolphe Sax che morirà in miseria a Parigi nel 1894. Ma al suo strumento si interesseranno progressivamente compositori del calibro di Debussy, Villa Lobos, Ravel, Milhaud, Gershwin e Glazunov elevandolo definitivamente allo stesso livello degli strumenti storicamente utilizzati nella musica classica. Durante gli anni dieci e venti del Novecento, anche negli USA il sax conobbe rapidamente un grande successo, divenendo protagonista nel jazz grazie a grandi solisti quali Coleman Hawkins, Charlie "Bird" Parker e John Coltrane. Inoltre il suono delle big bands come quelle di Glenn Miller, Benny Goodman e Duke Ellington non sarebbe stato possibile senza lo swing apportato dalle sezioni di sax. La riapertura nel 1942 della classe di saxofono al Conservatorio di Parigi affidata a Marcel Mule ha creato la prima vera “scuola” classica con una fisionomia ben distinta del suono e della tecnica di questo strumento e, dagli anni ‘70 in poi, vi è stato un ulteriore approfondimento delle sue possibilità sonore che lo ha reso protagonista di primo piano nella musica “contemporanea”. Oggi la sua versatilità gli permette di essere protagonista in tutti i generi musicali ed è possibile ascoltarlo e vederlo veramente dappertutto: nelle bande musicali e nelle orchestre sinfoniche, nella musica da ballo e in quella pop, nella musica leggera e in quella rock, facendogli meritatamente guadagnare l’appellativo di “strumento inevitabile del 2000”.